
L'evangelo, la potenza di Dio
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IL VANGELO È LA POTENZA DI DIO PER LA SALVEZZA DI CHIUNQUE CREDE
Questo è quanto affermato nelle Sacre Scritture, cioè nella Bibbia, dall’apostolo Paolo nella sua Lettera ai Romani (Romani 1:16).
Sebbene la nostra natura di creature umane limitate ci permetta di comprendere soltanto in maniera parziale la portata e il significato del vangelo (o, equivalentemente, “evangelo”), tuttavia esso ci è presentato pienamente nella persona di Gesù Cristo (Colossesi 2:2-3) e comunicato nelle Sacre Scritture (2 Timoteo 3:15-17), perciò è importantissimo comprendere alcuni aspetti fondamentali di questa “potenza di Dio” che egli ha messo in atto “per la salvezza di chiunque crede”.
CHE COSA È IL VANGELO?
L’evangelo (dal greco, “ey-agghelion”, “buon annuncio”) è la lieta notizia della venuta del regno eterno di Dio, una realtà nella quale non possono esistere il peccato, la morte, né alcun male, ma dove ci sono una pace e una giustizia perfette. Però questa buona notizia dovrebbe portare un grave interrogativo agli esseri umani: siamo degni di ottenere la risurrezione a vita eterna in questo regno?
POSSIAMO ESSERE ABBASTANZA GIUSTI PER IL REGNO DI DIO?
Dio ha dato una legge al suo popolo; perciò, se una persona volesse cercare di essere giusta, dovrebbe mettere in pratica in maniera perfetta tutti i precetti di questa legge rivelata da Dio, che è contenuta nelle Sacre Scritture (in particolare nella prima parte della Bibbia, nella “Torah” ebraica).
L’apostolo Paolo però avvisa chiaramente:
“tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.” (Galati 3:10-11)
“Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà la conoscenza del peccato.” (Romani 3:19-20)
Dunque non è possibile essere giustificati davanti a Dio osservando la legge: essa, con la sua assoluta intransigenza, ci fa comprendere che non siamo in grado di seguirla completamente e dunque meritiamo una condanna eterna da parte di Dio, non di essere ritenuti giusti e degni della vita eterna.
Anche chi non conosce la legge rivelata al popolo di Dio è ugualmente colpevole davanti a lui; in merito a ciò, Paolo afferma: “O uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità. Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?” (Romani 2:1-3)
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L’EVANGELO: LA BUONA NOTIZIA
Ma, dopo queste ‘brutte notizie’, Paolo espone il vangelo: “Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.” (Romani 3:21-24)
La giustificazione avviene per grazia, mediante la fede in Cristo Gesù, per tutti coloro che credono, ed avviene gratuitamente per noi. Ma un prezzo è stato pagato, da Cristo stesso: “Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia” (Romani 3:25). “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5:8)
Cristo, innocente e giusto, ha preso su di sé tutto il peccato di coloro che credono in lui in tutta la storia umana, non imputandolo loro; ma, accreditando loro la sua perfetta giustizia, perché “è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25). “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.” (2 Corinzi 5:19-21).
LE BUONE OPERE NON CONTRIBUISCONO ALLA SALVEZZA
La giustificazione è “mediante la fede senza le opere della legge” (Romani 3:28). Dunque, se persino le opere della legge (che sono espressamente comandate da Dio e ritenute da lui giuste e buone, Romani 7:12) non contribuiscono a giustificarci, allora nessuna altra opera può; questo affinché sia escluso ogni vanto umano davanti a Dio (Romani 3:27; 4:2; 1 Corinzi 1:26-29; Galati 6:14).
MA, SE LE OPERE BUONE NON POSSONO AIUTARE A SALVARSI, IL VANGELO NON È FORSE UN INVITO AL PECCATO?
L’apostolo Paolo si oppone a questa idea scrivendo: “Che faremo dunque? Peccheremo forse perché non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia? No di certo! Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell'ubbidienza che conduce alla giustizia? Ma sia ringraziato Dio, che eravate schiavi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.” (Romani 6:15-18). Giacomo 2:14-26 parla della situazione di chi, pur dicendo di avere la fede, dimostra di non avere affatto una fede viva, ma morta; invita chi professa la fede a mostrare, con le opere, di essere giustificato, come fecero Abraamo e Raab. Le opere buone sono preparate da Dio per noi credenti affinché le compiamo: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo”. (Efesini 2:8-10). Le buone opere sono per la gloria di Dio (Matteo 5:14-16).
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