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L'ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA: COSA SIGNIFICA

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Ci sono molti libri nel mondo, alcuni di essi sono esplicitamente scritti per confutare le affermazioni di altri libri; non tutti i libri possono quindi essere corretti. Cosa succede se presupponiamo che la Bibbia sia un insieme di libri corretti? La Bibbia dice che Dio non può mentire (Numeri 23:19; Tito 1:2; Ebrei 6:13,17-18), che Dio ha parlato in molti modi (Ebrei 1:1) e che esiste una testimonianza scritta al riguardo (Romani 15:4). Gesù ritenne che i suoi contemporanei dovessero ricevere la parole di Dio nella Scrittura come valide per loro (Matteo 22:31) e affermò che la Scrittura non può essere annullata (Giovanni 10:35). Esiste quindi per gli ebrei del I secolo d.C. (e già nei secoli precedenti) un’idea di Scritture sacre, autorevoli perché provenienti da Dio. Ciò è esplicitamente riaffermato nel Nuovo Testamento (2 Timoteo 3:15-17): “hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. 16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, 17 perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” "Ispirata da Dio" è la traduzione dell'espressione greca "θεοπνευστος" ("Theo-pneystos") che può essere resa come "espirata da Dio" o "soffiata da Dio". Il carattere di "testo sacro" proviene perciò direttamente dal suo essere ispirato da Dio, come se fosse "soffiato", non dipende dalla decisione di utilizzarlo come testo religioso. Nel Nuovo Testamento agli scritti autorevoli precedenti se ne aggiungono altri (2 Tessalonicesi 2:15; 2 Pietro 3:15-16; Apocalisse 1:1-3,11).

Quindi si potrebbe chiedere se crediamo che la Bibbia sia vera perché la Bibbia dice di essere vera; la risposta è che noi riteniamo che la Bibbia sia vera perché crediamo che sia ispirata da Dio (che, secondo le Scritture, non può mentire) e che di conseguenza essa dica giustamente riguardo a se stessa di essere ispirata e autorevole. L'autorità della Bibbia è data dalla sua natura di testo ispirato da Dio e quindi sua rivelazione.

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L’ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA: PERCHE' NON E' CONTRO LA RAGIONE?

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La Bibbia è ispirata da Dio. Un ragionamento, che intende mostrare questo, dice che la profezia delle “settanta settimane” (Daniele 9:24-27) predisse il periodo della morte di Gesù Nazareno: la profezia afferma che il messia (traducibile con “cristo”, “unto”, o “consacrato”) sarebbe stato ucciso dopo “7 e 62 settimane” (Daniele 9:25-26), cioè 69 (=7+62) periodi di 7 anni (come in Levitico 25:8), ciascuno di 12 mesi (1 Re 4:7) di 30 giorni (150 giorni diviso 5 mesi, come in Genesi Genesi 7:11,24; 8:4). 69 periodi di 7 anni sono 483 (=69×7) anni. 483 anni di 360 (=12×30) giorni sono 173880 (=483×360) giorni, esattamente 476 (=173880/365,25) anni e 21 giorni del calendario giuliano. Questo intervallo di tempo parte dall’ordine di “ricostruire Gerusalemme” (Daniele 9:25), che, in base a Neemia 2:1,5,7,11 fu emanato nel marzo o aprile del 445 a.C., ventesimo anno del re Artaserse (il cui regno, storicamente, iniziò nel 464 a.C.), e finisce nel marzo o aprile o maggio dell’anno 32 d.C. (=476 anni -445 a.C.+1 anno; si deve saltare l’anno 0, sommando 1 anno, perché lo 0 non esiste nel calendario), compatibilmente col periodo in cui storicamente morì Gesù (in primavera e tra il 30 e il 33 d.C.). La Bibbia fa qualcosa di non spiegabile presupponendo un materialismo assoluto: predice il futuro almeno due secoli prima circa (datazione del più antico reperto di Qumran del Libro di Daniele, chiamato 4Q114) non genericamente, ma specificando quando un certo avvenimento sarebbe avvenuto. La probabilità che ciò sia casuale è minore del 2% circa (4 anni possibili diviso 200 anni fa 0,02). La Scrittura invece spiega come ciò è possibile: il Dio della Bibbia, l’unico vero, è il Signore della storia e può rivelare il futuro.

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Alcuni altri argomenti di carattere profetico trattati qui confermano l'ispirazione della Bibbia.

La Bibbia è composta da molti libri (anche non profetici) che formano il cosiddetto canone, al quale le profezie rendono testimonianza. Storicamente la canonicità di un libro è il riconoscimento della sua natura di testo ispirato. L'ispirazione della Bibbia, però, ha come conseguenza che un libro non diventa né cessa di essere "canonico" perché la sua canonicità è data intrinsecamente dalla sua ispirazione divina che ne conferisce il carattere di autorità.

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