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PRETERISMO PARZIALE
 

Cosa significa "preterismo"? Ha qualcosa a che fare con i preti?

"Preterismo" è una parola legata al termine latino "praeterita", che indica il "passato"; si potrebbe ugualmente dire "passatismo". Quindi il suo significato non ha nulla a che fare con i preti.

Perché "passatismo" allora? Significa ritenere che il passato sia importante?

Di più: il preterismo è una visione d'insieme data dalle intepretazioni dei passi profetici e (soprattuto) apocalittici della Bibbia (e in particolare del Libro dell'Apocalisse) secondo la quale la maggior parte (preterismo parziale) o tutte (preterismo completo) le profezie si sono già realizzate.

 

Significa credere che le profezie bibliche siano in realtà post-eventum, cioè pronunciate dopo che gli eventi che descrivono si sono già realizzati?

No, secondo il preterismo le profezie bibliche sono autentiche, cioè rivelate da Dio prima degli eventi che predicono. Semplicemente, nel caso di molte predizioni (che riguardavano eventi futuri al momento della rivelazione) gli eventi descritti in esse si sono già verificati e adesso sono nel nostro passato. In realtà tutti i cristiani intepretano in maniera preteristica alcune predizioni della Bibbia, come per esempio il rinnegamento di Pietro, realizzatosi ancor prima di essere scritto nei Vangeli (per esempio Matteo 26:33-34,69-75).

Come è possibile arrivare a queste conclusioni? La risurrezione dei morti sarebbe già avvenuta nel passato?

Il preterismo completo sostiene proprio questo, ma per farlo deve ritenere che la risurrezione sia una fatto puraramente spirituale (rendendo quindi la risurrezione dei morti diversa da quella di Cristo, confrontare Romani 6:5; 1 Corinzi 15:12-20 con Luca 24:36-43) oppure fisico ma avvenuto "segretamente" e solo per persone vissute fino ad una certa epoca, contraddicendo l'dea di una sconfitta finale della morte (che segue il discorso sulla risurrezione in 1 Corinzi 15:23-26). Il preterismo parziale (che noi riteniamo essere corretto) invece, non presuppone affatto che tutte le profezie si siano già adempiute, ma semplicemente ritiene che la maggior parte di esse si sia già avverata;  la risurrezione dei morti è tra quelle ancora in attesa di adempimento.

Questo significa che molte profezie sono ancora incompiute, per esempio tutte le profezie che riguardamo gli ultimi giorni?

La scrittura applica alcune espressioni come "ultimi giorni" all'epoca degli apostoli (Ebrei 1:1-2, Atti 2:17), in particolare la Lettera agli Ebrei parla di come il sistema religioso dell'Antico Patto fosse prossimo a scomparire; il patto del Sinai era ai suoi ultimi giorni durante il tempo degli apostoli (Ebrei 8:8-9,13).

Oltre a questo "preterismo parziale" che voi ritenerte essere corretto, e il "preterismo completo" che ritenete contrario all'insegnamente biblico sulla risurrezione dei morti, esistono altre possibilità per intepretare i passaggi profetici, per esempio l'Apocalisse?

Sì esistono altre correnti interpretative. Utilizzare l'Apocalisse come esempio è comodo.

Alcuni ritengono che l'Apocalisse non sia una vera e propria rivelazione, ma che contenga affermazioni post-eventum. Questa affermazione nega ciò che il libro stesso dice di essere, cioè una autentica "Rivelazione di Gesù Cristo" (Apocalisse 1:1).

Altri pensano che tutta o la maggior parte dell'Apocalisse riguardi eventi futuri, questa corrente intepretativa è chiamata spesso "futurismo".

Altri ritengono che l'Apocalisse descriva principalmente lo svolgersi della storia umana dal momento della rivelazione a Giovanni fino ai nuovi cieli e alla nuova terra. Tale corrente intepretativa è detta "storicista" o "istoricista".

Altri ancora ritengono che l'Apocalisse per la maggior parte non descriva profeticamente eventi specifici (passati o futuri), ma descriva simbolicamente avvenimenti o realtà spirituali, come le persecuzioni dei credenti, la provvidenza, la gloria e la giustizia di Dio. Quest'ultima corrente è chimata "idealista" o "spiritualista".

Perché ritenete che sia corretto il preterismo parziale?

Una risposta completa sarebbe molto lunga; una ragione è che l'Apocalisse, scritta nel I secolo d.C. dice che gli eventi che descrvive devono avvenire "tra breve", in un "tempo vicino", "tra poco", "presto" (Apocalisse 1:1,3; 22:6,7,12,20).

Però in questo caso allora tutti gli avvenimenti dovrebbero essere già accaduti, non soltanto una parte.

Apocalisse 20:2-7 parla di un periodo di mille anni, numero che noi riteniamo un simblolo per indicare un tempo molto lungo (mille è spesso un numero simbolico, come nei salmi 84:10; 90:4; 91:7; 105:8; 1 Samuele 18:7; 2 Pietro 3:8), alludendo quindi a qualcosa che intrinsecamente non può avvenire "presto" per i contemporanei di Giovanni. Riteniamo che gli avvenimenti non ancora accaduti siano proprio quelli di cui si parla nelle digressioni, come questa di Apocalisse 20 che introduce una "scala dei tempi" diversa da quella utilizzata sistematicamente nel resto del libro. In tal senso, dire che l'Apocalisse parla della fine del mondo, come comunemente viene ripetuto, non è scorretto, ma mette in risalto qualcosa che non è il tema principale del libro.

Quali sono altre ragioni per sotenere il preterismo parziale?

Apocalissse 17 è un capitolo fondamentale per comprendere quale sia l'argomento principale dell'intero libro, perchè svela il significato di alcuni simboli; in esso si parla di un re che "è", ossia è vivente al momento della visione, e si descrivono avvenimenti che riguardano i due re successivi. Le vicende che riguardano le entità simboliche indicate come "la bestia" e "Babilonia" (e che occupano la parte centrale dell'Apocalisse, dal capitolo 13 al capitolo 19) si devono perciò svolgere in un tempo relativamente breve: il tempo dei regni di tre re a partire da quello regnante del momento della visione.

Di cosa parla quindi principalmente l'Apocalisse?

Riteniamo che l'Apocalisse descriva principalmente la fine del sistema religioso dell'Antico Patto, che sebbene reso obsoleto fin dalla redenzione operata da Cristo sulla croce, continuò ritualmente ad esistere fino alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.

La gran città (Apocalisse 11:8; 17:18) è identificata con la città in cui Gesù è stato crocifisso (Gerusalemme) ed è simboleggiata dalla donna chiamata "Babilonia. la grande" (Apocalisse 17:3-5). Gerusalemme fu distrutta, come descritto in Apocalisse 17:16; la bestia rappresenta la potenza di Roma, città dei sette monti ("Septimontium" in latino) con la quale Gerusalemme era prima alleata (vi sedeva sopra, Apocalisse 17:9).

Escatologia

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