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Daniele 7
LE QUATTRO BESTIE

 

Il capitolo 7 di Daniele, (la visione delle quattro bestie) è qui trattato successivamenente all'ottavo (visione del montone dell capro). Questa inversione nella trattazione dei capitoli può essere utile  perché, a differenza dell'ottavo capitolo, il settimo  non specifica i nomi dei regni di cui parla; risulta più conveniente affrontarlo ora, dopo che il metodo d'interpretazione è già stato utilizzato per l'altra visione.

il capitolo 7 parla di quattro regni seguiti da un regno fatto sorgere da Dio (vv 17-18), ciò è analogo a quanto descritto nel capitolo 2. Per questo motivo è ragionevole studiare l'eventuale esistenza un parallelismo tra questi due capitoli, tenendo conto della necessità di testare successivamente se questo supposto parallelismo sia corretto o inconsistente con l'esegesi e nel secondo caso rinunciarvi (ma  la conlusione di questo studio è che i due capitoli sono effettivamente paralleli).

 

L'impiego di animali simbolici per indicare gli imperi è analogo a quanto compare nel capitolo 8; tuttavia il numero di questi animali è differente (quattro e due), è quindi da escludersi un parallelismo rigoroso, ma è possibile utilizzare schemi del capitolo 8 (che sono già stati in grado di decifrare il significato storico dei simboli della visione del montone e del capro) per interpretare questo capitolo 7.

 

Con queste nozioni è possibile procedere con l'identificazione.

LA PRIMA BESTIA, IL LEONE

 

La prima bestia, il leone (v 4) ha alcune caratteristiche già presentate parlando del giudizio subito da Nabucodonosor (in Daniele 4:16,33) in particolare, le carateristiche rilevanti per il capitolo 7 sono le ali o le penne d'aquila e il cuore umano. Mentre Daniele 4:16,33 descrive l'abbassamento di Nabucodonosor, il versetto 4 del capitolo 7 parla invece della sua riabilitazione ("fu fatto stare in piedi come un uomo"), in analogia a Daniele 4:36. Dato questo legame con il capitolo 4, il leone deve essere collegato a Nabucodonosor; ciò è analogo alla testa della statua in Daniele 2:38. Perciò sia nel sogno della statua, sia in questa visione dei quattro animali, il primo regno ad essere simboleggiato è quello rappresentato da Nabucodonosor, ossia l'Impero Neo-Babilonese (Caldeo). Per questa prima bestia il parallelismo tra capitolo 7 e 2 è difficilmente contestabile ed è solitmente accettato anche dagli scettici.

LA SECONDA BESTIA, L'ORSO

 

La seconda bestia, l'orso (v 5) segue la prima, che rappresentava Babilonia. Presumendo il parallelismo con il capitolo 2, questa bestia deve rappresentare il regno successivo a quello Babilonese, ossia quello Medo-Persiano (Achemenide). Ciò è descritto in Daniele 5:28-31 e storicamente accettato. Analogamente a quanto detto per il busto d'argento di Daniele 2:32,39, Medi e Persiani devono essere considerati come un'unica entità politica, perché

-hanno un'unica legge (Daniele 6:8,12,15)

-sono nominati insieme come coloro che conquistano il regno Babilonese (Daniele 5:28)

-nella visione del capitolo 8 sono rappresentati da un solo animale (Daniele 8:20), dire che l'orso del versetto 5 rappresenta soltanto una delle due etnie (solo Medi oppure solo Persiani), significherebbe utilizzare un metodo diverso da quello chiaramente impiegato nella visione del montone e del capro.

LA TERZA BESTIA, IL LEOPARDO

 

La terza bestia, il leopardo (v 6) segue la seconda, che rappresentava la Medo-Persia; sappiamo dal capitolo 8 che l'impero successivo è quello greco (in ebraico "Javan"), rappresentato dal capro (Daniele 8:21); ciò corrisponde a quanto riportato dalla storiografia. Il leopardo rappresenta perciò la Grecia, cioè l'Impero Ellenistico di Alessandro "Magno", che conquistò quello Achemenide. Questo leopardo ha quattro ali; è ragionevole pensare che sia in grado di volare, e ciò potrebbe essere analogo al fatto che il nmontone del capitolo 8 si muova "senza toccare il suolo" (Daniele 8:5). Ha quattro teste; questo numero può essere messo in parallelo con le quattro corna che spuntano sul capro in Daniele 8:8,22. Secondo l'ipotesi scettica, il leopardo rappresenterebbe invece la Persia (soltanto la Persia, perché l'orso rappresenterebbe soltanto la Media e non l'intero Impero Achemenide) e le quattro teste sarebbero i quattro re descritti in Daniele 11:2. Ciò non è possibile perché l'identificazione dei re Persiani in Daniele 11:2 esclude che il primo dei quattro sia Ciro, che è sovrano al momento della visione dei capitoli 10, 11 e 12 (Daniele 10:1); per la trattazione di questo passo vedere la pagina sulla visione finale di Daniele. Storicamente i re Persiani furono molti di più, ma l'interpretazione scettica ritiene che il Libro di Daniele contenga molti errori storici, uno dei quali sarebbe proprio il numero dei sovrani persiani. Storicamente il periodo dell'Impero Achemenide durò circa 208 anni (dal 539 a.c al 331 a.C.); suddividendo questo periodo tra cinque regnanti (Dario il Medo e quattro sovrani persiani) si trova che mediamente ognuno di essi avrebbe dovuto regnare circa 41 anni, una media molto alta (inoltre Dario il Medo aveva già 62 anni quando iniziò a regnare, Daniele 5:31, (perciò per i quattro re Persiani la media di durata dei regni dovrebbe esser maggiore). Se invece si immaginano durate di regni mediamente minori, bisognerebbe affermare che il Libro di Daniele ritenga che il periodo di dominio Persiano sia minore di quella storicamente stabilito, ma così i presunti calcoli per cercare di far funzionare le 70 settimane secondo gli scettici non funzionanerebbero più (vedere la sezione dedicata della  pagina su Daniele 9).

LA QUARTA BESTIA, TERRIBILE E CON DIECI CORNA

 

La quarta bestia, descritta come terribile, avente dieci corna (v 7) segue la terza, che rappresenta il dominio Ellenistico. Storicamente questo fu soppiantato da Roma. Questa identificazione del quarto regno con Roma è rifiutata presumibilmente da tutti gli studiosi che non accettano un'origine sovrannaturale del Libro di Daniele (del quale esistono frammenti risalenti al II secolo a.C. come il manoscritto di Qumran indicato dalla sigla 4Q114), perché essi ritengono che daniele contenga soltanto profezie post-eventum che arrivano fino ad Antioco IV (morto nel 164 a.C.) e profezie fallite sulla sua morte. Un'altra argomentazione sarebbe che mentre il Libro di Daniele parla chiaramente di Caldei, Medi, Persiani e Greci (Javan), non nomina esplicitamente i Romani; ma ciò, anche secondo l'ipotesi anti-sovrannaturalistica non è del tutto corretto corretto: infatti le menzioni di un "generale" in Daniele 11:18 e di"navi di Chittim" in Daniele 11:30 sono considerate senza problemi come riferimenti a interventi dei Romani anche da chi considera la "visione finale" come post eventum. Il Libro di Daniele chiaramente parla dei greci, pur utilizzando un termine ebraico (Javan) che non è la translitterazione del modo in cui i Greci e Macedoni chiamavano sé stessi. Allo stesso modo "Chittim" (o "Kittim"), che indica l'isola di Cipro, è usato per indicare i Romani basandosi sulla loro provenienza geografica; non viene utilizzato una versione translitterata del termine "Roma " o  "Romani".

LE CORNA DELLA QUARTA BESTIA

 

Il ruolo delle corna della quarta bestia (v7) contribuisce a chiarirne l'interpretazione. Esistono due compresnsioni leggermente diverse di ciò che il testo dice; quella più comune (espressa anche nella traduzione italiana qui proposta) ritiene che ci siano dieci corna iniziali, alle quali si aggiungerebbe un undicesimo "piccolo corno" (v8); l'altra ritiene che il testo non obblighi a ritenere che il "piccolo corno" sia un undicesimo oltre i dieci , ma che sia uno dei dieci, inizialmente piccolo, che cresce facendone cadere altri tre (v8). A seconda di come è compreso il testo, le corna in totale sarebbero quindi dieci o undici, comprendenti tre corna fatte cadere e un "piccolo corno". L'interpretazione anti-sovrannaturalistica ritiene che la quarta bestia rappresenti l'ellenismo e identifica di conseguenza le corna sopra di essa; il piccolo corno è considerato essere Antioco IV "Epifane", sovrano Seleucide; questa proposta di identificazione può risultare a prima vista convincente per alcune ragioni:

-uno stesso simbolo, un "piccolo corno" identificherebbe la stessa persona nei capitoli 7 e 8.

-le azioni del piccolo corno, in particolare il suo perseguitare il popolo dei santi (identificabile senza problemi come popolo ebraico) sono compatibili con quanto fece Antioco IV. La durata di "un tempo, dei tempi e la metà di un tempo" (v25) sarebbe un'approsimazione della durata delle azioni di Antioco, similmente al capitolo 8, con il periodo di "duemilatrecento sere e mattine" (Daniele 8:14).

Però la quarta bestia rappresenta Roma, non l'Ellenismo, che è rappresentato dalla terza, come argomentato sopra; l'allineamento delle corna è perciò con sovrani Romani. In particolare il piccolo corno che perseguitò il popolo dei santi è Vespasiano, che fece addirittura distruggere Gerusalemme nel 70 d.C.; egli assunse il potere in seguito alla guerra civile successiva alla morte di Nerone (68 d.C.); durante la guerra civile, tre imperatori si susseguirono rapidamente (Galba, Otone Vitellio), ma il vincitore finale, il quarto, fu proprio Vespasiano (per questo il 69 d.C. è noto come l'anno dei quattro imperatori). Ciò spiega il significato delle tre corna cadute (vv 8, 20, 24). La visione si focalizza su quanto avviene al "popolo dei santi", il popolo ebraico; tale contesto deve essere tenuto in considertazione per l'identificazione delle dieci corna: infatti, nei precedenti "passaggi di regno" il popolo ebraico è sempre coinvolto, passivamente, nel cambiamento. Dopo l'esilio babilonese si ritrova immediatamente sotto il dominio Persiano fin dal momento conqusista di Babilonia. Allo stesso modo, l'ellenismo sconfisse l'Impero Achemenide e inglobò subitò i popoli mediorientali sotto di esso, tra cui il popolo ebraico. Il Libro di Daniele si interessa di imperi pagani, ma la prospettiva naturalmente adottata è quella ebraica. Ciò deve valere anche per la quarta bestia e le corna su di essa.

Numerando a ritroso le dieci corna, cioè dieci capi Romani prima di Vespasiano, si ha: Vitellio (10), Otone (9), Galba (8), Nerone (7), Claudio (6), Caligola (5), Tiberio (4), Ottaviano Augusto (3), Giulio Cesare (2). Questi furono i "cesari"; di essi Giulio Cesare fu l'unico ad esistere prima del vero e proprio "Impero Romano", essendo dittatore a vita nella Repubblia c Romana, e diede inizio al titolo di "cesare" prima della sua ascesa al potere. Sembra mancare all'appello un capo Romano; ma in realtà al momento dell'ascesa di Giulio Cesare, la Giudea era già parte della provincia romana della Palestina. Questa conquista avvenne ad opera di Pompeo (1), che l'annesse nel 64 a.C.

Guardando la storia dal punto di vista della nazione ebraica, la sottomissione a Roma comincia con la conquista di  Pompeo, nel 64 a.C. continua sotto il dittatore Giulio Cesare e prosegue sotto i regni dei "cesari" fino al 70 d.C., sotto Vespasiano, anno in cui, con la distruzione del tempio, della stessa Gerusalemme e delle istituzioni ebraiche ( come il Sinedrio) la nazione ebraica viene distrutta e i giudei sono in parte uccisi, in parte deportati e in parte dispersi dentro e fuori l'impero Romano.

 

Daniele 2, il sogno della statua

Daniele 7, le quattro bestie

Daniele 8, il montone e il capro

Daniele 9, le settanta settimane

Daniele 10, 11 e 12, la grande visione finale

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