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LIBRO DI DANIELE
 

Il Libro di Daniele è spesso considerato il primo tassello per comprendere l'escatologia preterista parziale, perché le visioni in esso contenute rappresentano mediante simboli lo svolgersi della storia del popolo di Dio attraverso quattro dominii pagani. Affermare che per queste visioni è corretta l'interpretazione del preterismo parziale consiste principalmente nel mostrare che queste visioni parlano effettivamente in modo non ambiguo di avvenimenti prevalentemente passati; secondariamente si può (per il Libro di Daniele) far notare come le visioni siano almeno parzialmente documentate in modo sufficiente prima degli avvenimenti che descrivono.

Il Libro di Daniele si trova nella Bibbia ebraica e fa quindi parte dell'Antico Testamento di quella cristiana. Nella sua redazione originale si tratta di uno scritto bilingue tripartito:

-la prima parte (dall'inizio del libro fino a Daniele 2:4) è scritta in ebraico

-la seconda (da Daniele 2:4 fino al termine del capitolo 7, ossia Daniele 7:28) in aramaico

-la terza (dall'inizio del capitolo 8 alla fine del libro cioè Daniele 12:13) nuovamente in ebraico.

Esistono tre aggiunte non canoniche in lingua greca al Libro di Daniele; una di esse è  un testo scritto per essere inserito nel capitolo 3 tra i versetti 23 e 24 dell'originale aramaico, "La preghiera di Azaria e il cantico dei tre giovani", le altre due sono i racconti di "Susanna" e di "Bel e il drago", che compaiono spesso come capitoli 13 e 14. Per chiarezza, intendiamo con "Libro di Daniele" l'originale redatto in ebraico e aramaico, senza le aggiunte in greco.

 

Daniele contiene profezie così precise da essere considerato dagli studiosi scettici come un'opera scritta dopo gli eventi che descrive. La critica scettica fa necessariamente a meno dell'ipotesi di un'intervento sovrannaturale per l'origine dei contenuti del libro, e ne spiega la precisione descrittiva ponendo la data della sua redazione nell'anno 165 a.C. circa, perché in quest'epoca avvenne la persecuzione anti-ebraica perpetrata dal re seleucide Antioco IV Epifane, di cui il Libro di Daniele sembra essere a conoscenza.

Ad oggi nel XXI secolo, il più antico reperto identificato che contenga una porzione del Libro di Daniele è un manoscritto trovato a Qumran, indicato con la sigla 4Q114, datato paleograficamente intorno all'anno 125 a.C. circa. Se fosse corretta la datazione del 165 a.C. per la redazione di Daniele, avremmo un manoscitto prodotto solamente 40 anni dopo, un caso rarissimo per i testi antichi, i cui testimoni archeologici più antichi rinvenuti sono solitamente successivi anche di molti secoli.

Tuttavia, le predizioni di Daniele non si esauriscono nel II secolo a.C.: alcune profezie "cronologiche" hanno un adempimento nel I secolo d.C., cioè circa 200 anni dopo il periodo in cui fu ricopiato il testo del manoscritto 4Q114, provando così che il libro non contiene semplicemente profezie post-eventum, ma autentiche rivelazioni sovrannaturali. Daniele spiega che queste rivelazioni provengono da Dio.

 

 

Nelle seguenti pagine è presentato lo studio del Libro di Daniele, focalizzato sull'adempimento delle profezie in esso contenute. Prima di iniziare lo studio, si consiglia la lettura integrale del Libro di Daniele per chi non lo conosca già.

INIZIO DELLO STUDIO

 

 

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